I reperti

I numerosi reperti ritrovati all’interno della domus sono oggi conservati e possono essere ammirati nel Museo della città di Rimini (info orari e aperture). Tra questi spiccano non solo vasellame da cucina e da mensa e un ottantina di antiche monete ma soprattutto una raccolta di 150 ferri chirurgici.

Gli antichi ferri del chirurgo

Si tratta di un ritrovamento eccezionale, unico nel suo genere, grazie al quale è stato possibile ricostruire non solo l'identità, ma anche la professione del medico Eutyches. La collezione di strumenti chirurgici ritrovata conta 150 pezzi in bronzo e ferro, alcuni dei quali ancora nei loro astucci cilindrici in ferro altri invece in cassettine di legno o in rotoli di cuoio: si tratta della più ricca al mondo per completezza e numero di oggetti.
Gli strumenti sono adatti a quasi tutti gli interventi chirurgici descritti nei testi antichi e fanno a capire le abilità di questo medico in tanti campi, dall'odontoiatria all'oculistica, dall'urologia all'ortopedia.
Tra i tanti, si possono identificare molti bisturi, con lame interscambiabili, pinze speciali per l'estrazione di punte di freccia, insomma, oggetti che ci restituiscono non solo la raffinatezza della fattura (si pensa fossero realizzati da botteghe artigiane specializzate) ma anche la comprensione di quanto fossero già elaborate e complesse le conoscenze mediche e anatomiche dell'epoca. Del tutto assenti invece gli strumenti di carattere ginecologico, il che lascia pensare che il medico Eutyches si sia formato in ambienti militari in quanto tutti gli strumenti sono tipici della chirurgia ossea e da traumi o ferite.
Tra gli altri, c’è anche un pezzo unico al mondo, il “Cucchiaio di Diocle”. Si tratta di uno strumento usato nell’antichità per estrarre le punte di freccia dalla carne. Costituito da un lungo manico di ferro, termina ad una estremità con una lamina a cucchiaio con al centro un foro che doveva servire ad estrarre la freccia.

Le suppellettili

vaso termico a forma di piedeGli scavi hanno portato alla luce una serie di vasetti in terracotta che si trovavano nella stanza di Orfeo. Le incisioni che recano impresse parlano chiaro circa la loro funzione: servivano per la preparazione e la conservazione dei farmaci. Con questi, era presente anche un vaso termico a forma di piede per le applicazioni terapeutiche.
Tra i reperti, anche vasellame da cucina e da mensa e un’ottantina di monete, abbandonate sul pavimento, probabilmente al momento dell’incendio. La loro presenza, particolarmente preziosa, ha reso possibile fissare la data dell’incendio entro il 260 d.C.

Le decorazioni

Il triclinium (sala da pranzo) della domus ha restituito un quadretto in pasta di vetro, raffigurante 3 pesci dai colori vivaci su sfondo blu. Esso, originariamente posto su una piccola mensola di marmo, interpreta il gusto orientale del padrone di casa, gusto che si riflette pienamente nell’arredamento e nei decori. Inoltre, richiama l’ambiente marino che dalla casa distava pochi passi.
Dalle macerie sono emerse anche altre decorazioni, come frammenti di affreschi policromi, a motivi floreali o animali, che anticamente decoravano soffitto e pareti. Tra le altre, anche una scena del porto.
Dal giardino, invece, proviene un bacile di marmo e il piede di una statua di Ermarco, filosofo epicureo. Questo indizio, oltre ad affermare l’interesse di Eutyches per la filosofia epicurea, comproverebbe la sua origine greca.

I reperti della Domus del Chirurgo Video documentario

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DOMUS DEL CHIRURGO
Piazza Ferrari - 47921 - Rimini
tel. 0541 793 851 - musei@comune.rimini.it

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